Il salvataggio dei piccoli Naldi
Quel giorno del 1944 Martin Adler e John Bronsky (soldato originario di Philadelphia morto da qualche anno) entrarono mitra Thompson in pugno in una casa del paese di Monterenzio. “C’era silenzio – raccontò lo stesso Adler – non sapevamo se i tedeschi si fossero ritirati veramente o ci aspettassero nascosti per tenderci una trappola. Entrammo in quell’abitazione. C’era un grande cestino di legno dal quale uscivano strani rumori. Si muoveva qualcosa lì dentro. Io e John avevamo già il dito sul grilletto pronti a sparare. potevano esserci dei tedeschi. Poi un urlo e una donna che corse incontro urlando ‘bambini, bambini!’. Era la loro mamma che urlava! Ci fermammo e da quel grandissimo cesto sbucarono tre splendidi fanciulli, due bimbe e un bimbo. Feci il più bel sorriso del Mondo ed io e John iniziammo a ridere, felici di non aver premuto quel grilletto. Non ce lo saremmo perdonati tutta la vita.
“Volevo scattare una fotografia –ricordò ancora Adler – presi la mia macchina fotografica. Chiesi alla mamma il permesso. Lei mi fece capire che i bambini non erano pronti… tornarono con i migliori vestiti che avevano, tirati a lucido per scattare due foto con me e John. Fu il momento più bello che ricordi in quell’inferno chiamato guerra”.
Riuscirono a incontrarsi, Adler è tornato in Italia, volando dagli Usa nel mezzo della pandemia da Covid 19 solo per i suoi bambini, e per un incredibile tour in giro per l’Appennino. Acclamato come una rock star, lui con quel sorriso contagioso e la percezione che a una certa età vale la pena correre qualche rischio per un ricordo in più, un’emozione in più. Un abbraccio in più.
“Earn it” dice il capitano Miller morente al soldato Ryan che era stato appena salvato da morte certa. Meritatelo. Conduci una vita retta, fa’ che il sacrificio di molti sia valso la pena. Martin era il suo sorriso, quei bimbi salvati un inno alla vita nella tragedia della guerra. Martin earned it.