L’FA 223, l’ultimo ‘drago’, venne reso inutilizzabile dal suo pilota sulle alpi austriache. Rimase appoggiato su un crinale fino agli anni ’60 quando venne sepolto da una frana; il suo relitto è tornato alla luce grazie all’impegno e alla passione di un esperto di storia militare austriaco. Il drago, è il primo elicottero operativo al mondo: il Fa 223 V16 “Drachen”, ultimo prodotto dell’industria aeronautica tedesca, arrivato alla produzione in serie quando ormai la guerra era praticamente finita. Alcuni esemplari vennero catturati dagli alleati, servirono come base per lo studio degli elicotteri contemporanei. Fecero una brutta fine: precipitarono o furono smembrati, se ne sono perse le tracce.
L’unico relitto conservato di questo velivolo che è una pietra miliare nella storia dell’aeronautica contemporanea è conservato in un museo privato del Tirolo, l’Hangar SW a Höfen. Un piccolo spazio, quello gestito dal titolare, Wolfgang Falch insieme alla sua famiglia, ma ricco di reperti carichi di storia dell’aeronautica e della Luftwaffe, incluso il modello di un Me 262, il primo caccia con motore a reazione della storia. Il telaio dell’elicottero con la complessa serie di comandi meccanici che partono dal posto di pilotaggio è esposto al museo, corredato da una serie di pannelli coi progetti del velivolo e delle foto che raccontano la sua storia. Rimasto su quel costone montano per trent’anni, per lo più intatto, è stato rovinato irrimediabilmente dalla frana. Ma il recupero va avanti con l’obiettivo di trovare nuove parti del velivolo e provare a completare il puzzle.
La storia del Focke-Achgelis Fa 223
Il Focke-Achgelis Fa 223 Drachen fu un elicottero medio da trasporto prodotto dall’azienda tedesca Focke-Achgelis & Co., GmbH nei primi anni quaranta ed uno dei primi elicotteri operativi al mondo. Fu prodotto in un numero ridotto di esemplari, nonostante avesse raggiunto la fase di produzione. Le pesanti incursioni aeree alleate, impedirono portare avanti la costruzione; ebbe un limitato impiego operativo nei reparti da trasporto della Luftwaffe. Era lungo dodici metri, e la struttura era davvero avveniristica per l’epoca con due rotori affiancati controrotanti spinti da un motore radiale collocato al centro della fusoliera. Poteva volare fino a 175 km/h e aveva una quota di tangenza di circa 7.100 metri. La capacità di carico era di circa una tonnellata. L’idea di sviluppare l’elicottero per uso militare nacque a seguito dei risultati ottenuti a metà anni 30 dal modello sperimentale Fw 61, tanto da suggerire allo stesso Henrich Focke di creare una nuova società specificatamente dedicata allo sviluppo di elicotteri con maggiori capacità di carico. Nel 1937 insieme al pilota Gerd Achgelis, Focke insediò a Delmenhorst la nuova industria Focke-Achgelis, avviando la costruzione dei nuovi velivoli l’anno successivo.
Anna Reitsch ai comandi del FW61 (Wikipedia)
Nel 1939, prima del primo volo del prototipo civile, il velivolo fu ridenominato dal Reichsluftfahrtministerium (RLM), il Ministero dell’Aria tedesco, in Fa 223, aprendone così la strada ad un impiego militare. Il primo volo del prototipo V1 avvenne il 3 agosto 1940, dopo 100h di test a terra e voli vincolati. Nell’ottobre dello stesso anno l’elicottero volo nell’area di prova di Rechlin dove stabilì nuovi primati raggiungendo una velocità massima di 182 km/h, velocità di salita 528 m/min e quota di tangenza di 7 100 m. Dovevano esserne realizzati 100 esemplari in varie versioni: antisom in grado di trasportare 2 bombe da 250 kg o cariche di profondità; da ricognizione con serbatoio addizionale; da soccorso equipaggiato con verricello elettrico: da trasporto per il rifornimento delle truppe in zone impervie come in montagna; da addestramento, a doppia guida. Nel febbraio 1941, il prototipo V1 fu perso in un incidente. Con la costruzione del secondo prototipo V2, si introdusse la cabina di guida totalmente vetrata ed una mitragliatrice MG 15 sul muso manovrata dall’osservatore. Il prototipo V3 rappresentò la versione definitiva del Fa 223. Si cancellarono definitivamente dai piani di costruzione le molteplici versioni previste per le varie destinazione operative, facendo riferimento ad un solo modello multiruolo Fa-223E, che oltre ad incorporare la doppia guida, presente solo nei modelli da addestramento, era equipaggiato con ricetrasmettitore, radioaltimetro, mitragliatrice MG. C’era altro equipaggiamento aggiuntivo da usare secondo necessità: telecamera da ricognizione, verricello per il carico, 2 bombe o cariche di profondità. La struttura della macchina rimase inalterata: telaio tubolare in acciaio rivestito con tessuto trattato per rendere più rapide le riparazioni e interno suddiviso in 4 sezioni: coda, motore, vano carico, cabina con pilota ed osservatore affiancati, quest’ultimo posto alla sua destra. L’elicottero poteva trasportare fino ad 4 soldati nel vano di carico ed altri 8, esternamente, su altrettanti sedili predisposti alla base dei due tralicci metallici.
Il sistema di governo dell’elicottero, recuperato per intero anche nel relitto, si componeva di una barra di comando per il controllo longitudinale per mezzo della variazione ciclica dell’angolo di attacco e di quello laterale per mezzo di un differente variazione collettiva dell’angolo di attacco delle pale dei due rotori. Vi era poi una barra del collettivo per il controllo della portanza e dunque della spinta verticale esercitata dall’elicottero. L’imbardata veniva gestita attraverso la pedaliera: non essendovi un rotore anticoppia di coda, questa agiva su una differente variazione ciclica dell’angolo di attacco delle pale dei due rotori ed alla manovra contribuiva l’azione contemporanea del timone verticale di coda. Una manopola consentiva la regolazione dell’angolo d’attacco dell’equilibratore, angolo che veniva modificato automaticamente da un dispositivo nel caso si rendesse necessario un atterraggio di emergenza in autorotazione per guasto al motore.
L’ingresso in azione e il declino del ‘Drachen’
Il primo elicottero che uscì dalla catena di montaggio, il V11, pilotato da Karl Bode, eseguì una serie di prove di volo per la realizzazione di filmati informativi che compresero ad esempio il sollevamento di un ricognitore Fieseler Fi 156 Storch, la fusoliera di un Messerschmitt Bf 109, un motore da una tonnellata e una Kübelwagen. Nel luglio 1944 la fabbrica di Laupheim fu distrutta da un bombardamento determinando un blocco completo della produzione del velivolo che, per quella data, aveva già realizzato 8 apparecchi di cui l’ultimo, il V18, pronto per essere consegnato; vi erano inoltre 13 elicotteri in costruzione e materiale sufficiente alla realizzazione di altri 19. Nell’autunno 1944 l’intera linea di produzione, con una capacità potenziale di 400 unità al mese, fu trasferita all’aeroporto Tempelhof di Berlino e lì rimase fino alla fine della guerra producendo solamente un elicottero. Dei 20 elicotteri realizzati, solo dieci volarono effettivamente. Nel maggio 1945 due di essi, il V14 e V15, furono recuperati dagli americani a Ainring, sede del Transportstaffel 40, ed inviati in Inghilterra ed USA per prove di valutazione. Uno degli Fa 223 (il V12) era stato scelto per l’operazione Quercia, ovvero la liberazione di Mussolini dalla prigione di Campo Imperatore sul Gran Sasso. Un’avaria dell’ultimo minuto, fece ripiegare sull’utilizzo di un Fieseler Fi 156 Storch. Nel gennaio 1945 fu costituita Mühldorf a.Inn in Baviera la Transportstaffel 40 (TS/40), l’unica squadriglia elicotteristica operativa della Luftwaffe equipaggiata con cinque Fa 223 per compiti di osservazione, collegamento e trasporto. L’unità si riposizionò tra Ainring, lungo il confine austro-tedesco, e la Stiria, in Austria, rimanendovi fino alla fine della guerra. Con l’avanzata della 80ª Divisione di fanteria americana, due Fa 223 furono catturati integri mentre i rimanenti furono preventivamente distrutti dagli equipaggi in fuga come nel caso del V16 custodito nel museo, reso inutilizzabile dal Capitano Bode, che era il suo pilota. Dei 2 Fa 223 catturati dalle forze americane ad Ainring, il V15 fu imbarcato e inviato in USA per valutazione mentre il V14 fu consegnato agli inglesi. IL 6 settembre 1945 (altre fonti riportano il 25 luglio 1945) l’Fa 223 compì la prima traversata del Canale della Manica in elicottero al mondo, volando da Cherbourg, in Francia, verso la base della RAF di Beaulieu; l’elicottero era pilotato dall’ex Ten. Gerstenhauer (ufficialmente un POW) con a bordo lo Sqn. Ldr. Cable della RAF ed il Ten. Buvide della Riserva della US Navy. Il V14 fu successivamente distrutto il 3 ottobre 1945 a seguito della rottura dell’albero di trasmissione provocata probabilmente da un errato tensionamento dei cavi d’acciaio che assicuravano il motore.
Il Museo Hangar SW
Wolfgang Falch è uno specialista dei recuperi. Laureato all’Accademia di Belle arti a Vienna, la sua carriera professionale lo ha portato come visiting professor all’Università di New Orleans. All’epoca era già interessato all’aviazione e negli Usa ha preso il brevetto di pilota. La sua vita però è cambiata in maniera inattesa nel 2002, quando il direttore del programma universitario, in cui Falch insegnava, seppe di un P47 affondato in un lago austriaco. Wolfgang venne incaricato dal WW2 Museum di New Orleans di cercare e recuperare l’aereo. Da allora non si è più fermato. Nel museo è possibile ammirare un Me 262 il primo caccia a reazione della storia dell’aviazione militare, contrapposto a un Fokker E III (capace di volare) che scatenò il terrore sul fronte occidentale nel 1915. Per gli appassionati c’è anche il cockpit di un Me 163 Komet e un reperto pazzesco, ovvero il motore a razzo HWK 109-509. Qual era la prospettiva del pilota nel primo caccia razzo al mondo? Quale motore lo ha portato a 10.000 m di altitudine in pochi minuti? Il visitatore riceverà tutte le spiegazioni. L’ultima avventura è il restauro di un FW 190 A8. Al museo è cominciato un progetto che dovrebbee far nascere di nuovo un aereo completo da molte parti originali e altre ricostruite.






