Salvò il commilitone della grande guerra e la sua famiglia dalla deportazione, adesso è Giusto fra le Nazioni

11 months fa scritto da
Firenze, saltano i ponti 1944
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Divennero amici nelle trincee della grande guerra. Fortunato Nannicini commerciante di bestiame di San Mauro a Signa e Renato Cassuto sarto con bottega in piazza della Signoria a Firenze, non smisero di frequentarsi tornati dalla guerra. Una amicizia la loro rimasta nel tempo, che spinse Fortunato a fare quello che doveva essere fatto: aiutare Renato e la sua famiglia a sfuggire alle persecuzioni e alla deportazione.

La storia è emersa nei giorni scorsi, quando l’ambasciata d’Israele in Italia ha conferito l’onorificenza di Giusti fra le Nazioni alla memoria di Fortunato Nannicini e di sua moglie Duilia Guglielmi.  Quando cominciò l’occupazione tedesca in Italia, la famiglia Cassuto cercò di scampare alle persecuzioni lasciando Firenze. All’inizio del 1944, Fortunato Nannicini, decise di andare in cerca del suo amico Renato. Quando riuscì a raggiungere i Cassuto, si propose di nascondere l’intera famiglia ebrea (inizialmente Renato e il figlio Edoardo, in seguito si aggiunsero anche la moglie e le due figlie) presso la propria residenza a San Mauro di Signa. Furono mesi tremendi, fino all’estate con i tedeschi che fecero saltare tutti i ponti sull’Arno tranne il Ponte Vecchio, e tennero la città fino all’arrivo degli alleati.

La famiglia Cassuto trovò riparo a San Mauro a Signa fino alla liberazione di Firenze nel 1944, restando nascosta per tutti i mesi del conflitto e dei rastrellamenti. Durante questo periodo i coniugi Nannicini, assieme ai quali vivevano anche i loro anziani genitori e cinque figlie, condivisero tutte le loro limitate risorse, occupandosi di ogni necessità. Così facendo, i Nannicini salvarono i Cassuto dall’arresto e dalla deportazione.

Dalle testimonianze raccolte dallo Yad Vashem emerge che i coniugi Nannicini sapevano bene che i Cassuto fossero ebrei ma gli altri familiari non ne erano al corrente. I Cassuto erano infatti stati presentati come “Cassoni” un cognome non ebraico e non disponevano di documenti falsi. Per di più, nella casa accanto a quella dei Nannicini vivevano alcuni soldati tedeschi.
Dopo la Guerra le famiglie Cassuto e Nannicini hanno continuato a mantenere stretti rapporti di amicizia riconsolidati dalla gratitudine per la grande generosità dimostrata durante gli anni bui della persecuzione antisemita.

Negli anni più orribili della storia italiana, alcune persone eccezionali decisero di opporsi alla legislazione antisemita e alla politica di sterminio nazifascista, mettendo a rischio la propria vita in nome di alti valori etici e morali. Sono i Giusti fra le Nazioni, individui che si rifiutarono di rimanere in silenzio di fronte alle atroci sofferenze che il popolo ebraico subì durante la Seconda Guerra Mondiale.

I cittadini italiani riconosciuti con il titolo di “Giusto fra le Nazioni” dallo Yad Vashem di Gerusalemme sono circa 700. Da oggi all’elenco si aggiungono anche i nomi di Fortunato Nannicini e Duilia Guglielmi. Le vicende ricordate oggi riguardano il salvataggio di Renato Cassuto, Irma Calò Cassuto, Ernesta Cassuto Marlowe, Edoardo e Franca Cassuto da parte dei coniugi Fortunato Nannicini e Duilia Guglielmi.
È per questi fatti che lo Yad Vashem ha riconosciuto a Fortunato Nannicini e Duilia Guglielmi il titolo di “Giusto fra le Nazioni”. Mettendo a rischio la propria vita, infatti, Fortunato Nannicini e Duilia Guglielmi si opposero alle politiche nazifasciste e, senza mai ricevere un compenso, garantirono la salvezza della famiglia ebrea.

GIUSTI FRA LE NAZIONI: L’AMBASCIATA D’ISRAELE IN ITALIA CONFERISCE LA PIÙ ALTA ONORIFICENZA CIVILE ALLA MEMORIA DI FORTUNATO NANNICINI E DUILIA GUGLIELMI

Un momento della cerimonia

A rievocare i fatti storici, nell’emozione collettiva degli invitati alla cerimonia, il Sindaco di Signa Giampiero Fossi, la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo di Signa Francesca Bini, il presidente della Comunità ebraica di Firenze Enrico Fink, i rappresentanti dei Giusti Mariagrazia Nannicini e Giuseppa Nannicini.

Come ha sottolineato Alon Bar, Ambasciatore dello Stato di Israele in Italia, nel corso del suo intervento: “Lo Stato d’Israele ha assunto il supremo dovere morale di preservare anche la memoria delle persone che, in quegli anni, nel mezzo dell’ora più buia, non sono rimaste indifferenti alle ingiustizie, alla sofferenza umana e al dolore. Per questa ragione, il Parlamento israeliano ha fondato lo Yad Vashem – l’Autorità per la Memoria dei Martiri e degli Eroi dell’Olocausto. Fortunato e Duilia Nannicini raggiungono più di 700 Giusti fra le Nazioni italiani riconosciuti da Yad Vashem. Come tutti i Giusti fra le Nazioni, Fortunato e Duilia Nannicini compresero che di fronte alla prepotenza, non si può rimanere in silenzio e girarsi dall’altra parte. Agendo, hanno dimostrato a tutti noi l’importanza di prendersi cura del prossimo e che ognuno di noi può fare la differenza. L’esempio dei Giusti, è una candela che illumina e guida il nostro cammino. Possano le buone azioni di Fortunato e Duilia Nannicini essere una bussola capace di orientarci tra il bene e il male. Che la loro eredità morale ci guidi e incoraggi a fare la differenza, ad avere abbastanza coraggio per sentire compassione nei confronti di quanti hanno bisogno del nostro aiuto”.

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La cerimonia tenutasi a Signa

Hanno inoltre preso parte alla cerimonia: la famiglia Nannicini, la famiglia Vinattieri e la famiglia Calò, erede dei salvati.

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Seconda guerra
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