La redazione di Armymag.it ha raccolto l’intervento di Luna Varaldi, pubblicandolo per aprire un dibattito. E’ lecito rievocare la storia mentre in Ucraina si muore e c’è la guerra? E’ giusto indossare uniformi e portare mezzi militari sulle strade in un momento così difficile per tutto il mondo? Luna, tra le fondatrici del gruppo di rievocazione femminile The April Daisies ha spiegato il suo pensiero. S’apra il confronto, civile, su questo tema che lega molti appassionati di storia
“Giocare con i soldatini va bene fino a dieci anni, poi si deve crescere!”
Questa e molte altre le critiche mosse nelle ultime settimane ai primi, timidi eventi di rievocazione storica dopo le notizie sconvolgenti del conflitto in Ucraina. La living history nelle sue diverse forme vanta ormai una consolidata tradizione, soprattutto in area anglosassone, dove di fatto costituisce un’importante espressione dell’archeologia sperimentale: le ricostruzioni storiche sono utilizzate per conoscere meglio, a livello esperienziale, aspetti specifici delle culture antiche.
L’Italia, paese tradizionalmente meno aperto all’interdisciplinarità e tutto sommato meno interessato agli aspetti tecnici e alla dimensione esperienziale della storia, ha sempre vissuto con sospetto il mondo delle rievocazioni storiche, per anni facili prede di saghe paesane e piccoli festival locali. In questo preciso periodo storico, tra incomprensioni e mancati permessi, sfilate di “macchine naziste”, sfuriate di esponenti politici e mancanza di “buon gusto”, credo sia necessario fare chiarezza sull’utilità della Rievocazione Storica, specialmente quella incentrata sul Secondo Conflitto Mondiale.
Non è un gioco. Non ci si traveste da “soldatini animati” per divertimento, per esporsi al pubblico ludibrio o per dare sfogo a proprie inclinazioni narcisistiche, ma si indossano i panni di uomini e donne che hanno sofferto e vissuto sulla propria pelle le atrocità dei conflitti. Il Rievocatore non può e non deve credere di trovarsi in un evento commemorativo per trascorrere un weekend di bagordi, ma deve essere consapevole dell’importanza del ruolo che riveste, avere rispetto per le storie e le esperienze vissute da persone tutt’ora in vita, tramandarne i racconti ed esporli al pubblico in maniera corretta.
Chi rievoca la Seconda Guerra Mondiale deve mettere in conto che il periodo storico in cui ci troviamo è denso di avvenimenti che riaprono ferite non ancora ricucite, traumi di un passato non così lontano di cui i nostri nonni sono stati testimoni: due generazioni non bastano per riparare a danni psicologici, fisici ed economici di questa portata. La situazione in Ucraina è atroce, tragica e terrificante. Come in un film, sono passate nelle menti di tutti le immagini di ottant’anni fa: invasioni, bombe, morti, carri armati per le strade, crimini di guerra, stupri, devastazioni.
Perché siamo così terrorizzati dal nuovo conflitto? Perché ci ricordiamo (o dovremmo ricordarci) bene l’ultimo.
Perché ci dà così fastidio vedere i veicoli e i rievocatori della Seconda Guerra Mondiale sfilare per le strade? Perché non vogliamo vedere i mezzi militari e i soldati che ora stanno mietendo vittime in Ucraina nel nostro paesino, sulle nostre strade comunali colorate da aiuole piene di fiori e bambini che giocano a pallone.
La rievocazione storica del Secondo Conflitto Mondiale ci aiuta a capire che la nostra libertà è preziosa ed è stata conquistata con il sangue e le ferite di persone comuni.
Noi cittadini italiani viviamo ora in una situazione ed in un contesto privilegiato, e non è una mancanza di rispetto portare la storia sulle strade, non è cattivo gusto indossare le divise di chi ha combattuto, muovere i veicoli restaurati e raccontare ciò che è stato.
Sarebbe irrispettoso ignorare, passare avanti, dimenticare lo strazio antico del nostro Paese così simile a quello che ora sta vivendo il Popolo Ucraino per evitare di ricordare e chiuderci in una bolla lontana dalla sofferenza e dal dolore.
C’è una ragazza ucraina su Instagram, Anastasiia, Content Creator Vintage originaria di Kyiv spesso vestita come le donne degli anni ‘40, la cui vita è stata spazzata via dalla guerra: il suo fidanzato è stato chiamato a combattere, ha perso la casa, si deve trasferire a Bratislava lasciando l’amore della sua vita al fronte. Anastasiia però non si arrende: pubblica foto, ricorda il coraggio e la forza delle donne durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la sua vita tra i bombardamenti e chiede di supportare il suo Paese.
E noi dobbiamo farlo, dobbiamo raccontare, mantenere viva la memoria, ricordare l’orrore della guerra e l’importanza della pace, perché chi meglio di noi rievocatori può farlo?
Indossiamo uniformi originali, conosciamo i meccanismi dei nostri mezzi, abbiamo studiato con precisione ogni dettaglio dei conflitti, i danni procurati dalle armi, i colori degli elmetti.
Abbiamo ascoltato le storie dei reduci, ricercato in archivi gli elenchi dei combattenti, navigato su ogni sito internet disponibile per trovare regolamenti, eccezioni, fotografie, abbiamo ispezionato vite di migliaia di persone, raccolto dati, provato la scomodità di certi abbigliamenti, letto libri, dormito su terreni impervi e camminato su montagne con l’equipaggiamento in dotazione.
Conosciamo la claustrofobia che si prova a stare dentro un carro armato, il terrificante suono dei cingoli sull’asfalto, i danni procurati ai veicoli dalle bombe, le macchie di sangue sulla carrozzeria.
“Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis” diceva Cicerone nel De Oratore: “La storia in verità è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità”.
E se Cicerone nel 54 a.C. già conosceva e testimoniava l’importanza della conoscenza del passato, perché noi nel 2022 d.C. dobbiamo nasconderci dietro baruffe politiche e ridicole cacce alle streghe?
Solo ricordando gli errori e gli orrori commessi si evita di ripetere il passato: ben venga la Rievocazione Storica ben fatta, seria, filologicamente corretta e costruita con tatto per ricordare, istruire, tutelare.
Ben venga la Rievocazione per rievocare un passato che, si spera, non toccherà a noi rivivere, ma che sentiamo così vicino ed è così attuale nel mondo distrutto del Popolo Ucraino, privato di ogni libertà, di sogni, di anime.
La Libertà è fragile: ricordiamola, difendiamola, mettiamola in scena oggi e per sempre. Slava Ukraini!
Luna Varaldi
(La foto in evidenza è di Fotocronache Germogli per Armymag.it – tutti i diritti riservati)