Ritrovata opera d’arte trafugata dai Nazisti – La storia dei Monuments men

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Le opere d'arte italiane restituite dall'Us Army (ph National Archives)
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Mezzo milione di euro ‘di riscatto’ per restituire al popolo italiano il dipinto trafugato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Lo hanno chiesto i parenti del militare tedesco che si era impadronito dell’opera d’arte prima di tornare in patria. Il quadro era stato rubato nel 1944 dal deposito della Galleria Palatina di Palazzo Pitti a Firenze dove era custodito. Si tratta, come riporta in esclusiva il quotidiano fiorentino La Nazione, di una natura morta firmata dal pittore fiammingo Jan Van Huysum.

Il dipinto trafugato (ph fondazione Monuments Men)

Il dipinto era stato inserito nell’elenco dei beni da recuperare dei carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale, oltre che nell’elenco della fondazione dei Monuments Men. I carabinieri  hanno seguito le sue tracce per anni, raccogliendo testimonianze e provando a ricostruire minuziosamente il percorso della tela dalla ritirata dei tedeschi. I militari sono riusciti a individuare anche l’ufficiale tedesco che poteva essersi impadronito del quadro. Che è stato ritrovato proprio nell’abitazione degli eredi.

Caso risolto? Non completamente, visto che i carabinieri hanno inoltrato alle autorità tedesche una denuncia per tentata estorsione ai danni dei familiari del trafugatore. Che avrebbero dato la loro disponibilità a restituire il quadro, ma solo se lo stato italiano avesse versato loro mezzo milione di euro.

Hitler e Goering davanti a opere d'arte rubate (National Archives)

Hitler e Goering davanti a opere d’arte rubate (National Archives)

La natura morta di Jan Van Huysum faceva parte di un gruppo di opere d’arte che furono nascoste nei primi anni ‘40 proprio allo scopo (peraltro fallito) di non farle trovare ai nazisti. I militari tedeschi tuttavia le presero e le portarono in Germania poco prima della liberazione di Firenze. Le tracce del dipinto fiammingo erano sparite da 70 anni fino a quando, pochi anni fa il Polo museale fiorentino ricevette tramite intermediario una proposta di acquisto per un valore che oggi si aggira sul mezzo milione di euro.

Scoperto che si trattava del quadro rubato dai nazisti, la procura di Firenze, insieme ai carabinieri del Nucleo TPC hanno avviato le indagini. Ma l’epilogo della vicenda pare ancora lontano, visto che mancherebbe al momento la collaborazione della polizia tedesca alla quale le autorità italiane avevano chiesto di procedere al sequestro dell’opera e la restituzione alla collezione di Palazzo Pitti.

I monuments men e Rodolfo Siviero

Furono Hitler e Hermann Goering a ordinare il ‘sacco’ delle opere d’arte italiane. Il saccheggio sistematico fu ostacolato per quanto possibile dagli italiani, da religiosi, curatori di musei, semplici cittadini e partigiani. Ma il contributo decisivo durante la guerra arrivò dagli Alleati, che grazie ai Monuments men catalogarono i beni trafugati e iniziarono un lavoro sistematico di recupero, portato avanti dopo la guerra da Rodolfo Siviero prima, dai carabinieri del nucleo tutela patrimonio culturale poi.

Soldati tedeschi con opere d'arte trafugate (ph Bundesarchiv)

Soldati tedeschi trasportano opere d’arte a Roma (ph Bundesarchiv)

In alcuni casi le opere nascoste sfuggirono agli artigli nazisti. Per altre invece ci fu la distruzione. L’esempio più eclatante: le due navi utilizzate per i baccanali dell’imperatore romano Caligola. Furono recuperate all’inizio degli anni Trenta nel piccolo lago di Nemi dopo anni di vani tentativi. Gli scafi erano intatti, I nazisti li bruciarono completamente tre giorni prima dell’ingresso degli alleati a Roma. Dal 1945 al 1952, grazie anche al lavoro degli alleati e di Siviero furono restituiti all’Italia 252.068 opere d’arte;1953 e il 1974 il governo federale tedesco rese 40 opere trafugate, opponendosi però a restituire i capolavori che i nazisti avevano acquistato ma esportato illegalmente.

Le opere d'arte italiane restituite dall'Us Army (ph National Archives)

I generali alleati Eisenhower, Bradley e Patton, ispezionano i quadri rubati dai nazisti in tutta Europa e stoccati nella miniera di sale di Merkers (National Archives)

Gli alleati organizzarono in tutte le città d’arte manifestazioni pubbliche di restituzione dei capolavori artistici italiani.  Al progetto collaborarono i “Monuments Men”, uomini e donne provenienti da tredici nazioni, che prestò servizio volontario nella sezione appositamente creata. Erano direttori di musei, curatori, storici dell’arte, artisti, architetti e insegnanti. La descrizione dei loro compiti era semplice: proteggere i tesori culturali per quanto la guerra lo rendesse possibile.

Le opere d'arte italiane restituite dall'Us Army (ph National Archives)

La cerimonia di riconsegna delle opere d’arte degli Uffizi (National Archives)

Il 23 giugno 1943, il presidente Roosevelt approvò la costituzione dell’American Commission for the Protection and Salvage of Artistic and Historic Monuments in War Areas (Commissione americana per la protezione e il salvataggio dei monumenti artistici e storici in Zone di Guerra). Da questa prese le mosse la sezione della Monumenti, Belle Arti e Archivi (Monuments, Fine Arts, and Archives o, abbreviato, “MFAA”). Durante l’ultimo anno di guerra, i Monuments Men rintracciarono, individuarono e, in seguito, restituirono più di cinque milioni di oggetti artistici e culturali trafugati da Hitler e dai nazisti. Il loro ruolo nel preservare beni culturali è senza precedenti.

Rodolfo Siviero il monument man italiano

Rodolfo Siviero il monument man italiano

I Monuments Men rimasero in Europa fino a sei anni dopo la conclusione della guerra per sovrintendere alla complicata restituzione delle opere d’arte rubate. Durante questo periodo giocarono un ruolo fondamentale nel ricostruire la realtà culturale dei paesi europei devastati dalla guerra, organizzando mostre temporanee e concerti.

Le opere d'arte italiane restituite dall'Us Army (ph National Archives)

Soldati americani davanti a un Manet (National Archives)

Al loro rientro negli Stati Uniti, molti degli uomini e delle donne della Monumenti ricoprirono un ruolo di straordinaria importanza nella costruzione di alcune delle più importanti istituzioni culturali ed educative nordamericane. Divennero direttori ecuratori di musei di fama mondiale come il Metropolitan Museum e il Museum of Modern Art di New York, la National Gallery of Art di Washington D.C., il Cleveland Museum of Art, il Museum of Art di Toledo, il Nelson-Atkins Museum of Art a Kansas City e molti altri. Altre prestigiose istituzioni, come il New York City Ballet, il National Endowment for the Humanities e il National Endowment for the Arts nacquero dalle idee dei Monuments Men.

Le opere d'arte italiane restituite dall'Us Army (ph National Archives)

Soldati Usa al lavoro per recuperare opere d’arte (ph National Archives)

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Seconda guerra
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