La FEB e i suoi distintivi, militaria della II guerra mondiale

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E’ uno storico, collezionista, commerciante di militaria e conosciutissimo per la sua smisurata collezione di cimeli. Con Giovanni Sulla cominceremo a raccontare e descrivere i pezzi più importanti dell’equipaggiamento in dotazione agli eserciti della II guerra mondiale. Senza trascurare particolari della storia militare e delle principali battaglie lungo la linea Gotica sull’Appennino a cavallo tra Toscana ed Emilia. Giovanni è stato tra i primi a portare la storia della II guerra mondiale all’attenzione del grande pubblico, facendo sì che diventasse materia di memoria per tanti. E con lui non potevamo non cominciare raccontando l’impegno dei soldati brasiliani che combatterono inquadrati nella V armata Usa attraverso un dettaglio delle loro uniformi: le patch col serpente che fuma.

Giovanni Sulla a una celebrazione con la Feb

Giovanni Sulla, al centro

La Força Expedicionária Brasileira era costituita dalla 1a Divisione di fanteria e dalla 1a Forza aerea brasiliana e da altre unità di supporto. Prese parte alla campagna d’Italia inquadrata con la V Armata americana guidata dal generale Clark. Ebbe il battesimo del fuoco nel settembre 1944, tornò in patria a fine 1945.

L’entrata in guerra del Brasile

Nel 1939, all’inizio della seconda guerra mondiale il Brasile rimase neutrale, coerentemente alla politica del presidente Getúlio Vargas di non allinearsi a nessuna delle grandi potenze. «è più facile che un serpente fumi che il Brasile entri in guerra» disse Vargas in un suo celebre discorso. Ma la neutralità brasiliana ebbe fine nel 1942; il governo brasiliano aveva ceduto l’isola di Fernando de Noronha e un pezzo di costa nord orientale del paese agli Stati Uniti come punto di appoggio per il rifornimento delle loro basi militari. E anche per questo diverse navi mercantili furono silurate dagli U-Boot che incrociavano nell’Atlantico. Gli attacchi più che intimidire la popolazione, provocarono un’onda di indignazione che spinse ai chiedere l’entrata in guerra del Brasile. E alla fine, nel 1942, Vargas dichiarò guerra alla Germania e all’Italia. Il serpente aveva comprato la pipa. Ma per fumare ci volle ancora del tempo. Passarono ancora due anni prima che la forza di spedizione brasiliana, al comando del generale João Batista Mascarenhas de Morais si imbarcasse per Napoli. Le prime settimane della primavera ’44 in Italia furono usate per acclimatarsi, per far arrivare l’attrezzatura minima e per completare l’addestramento sotto la supervisione del comando statunitense, al quale la FEB era subordinata, visto che la preparazione in Brasile si era dimostrata insufficiente nonostante i due anni di attesa.

«A cobra fumou»

I soldati brasiliani all’inizio avevano la semplice patch con la scritta Brasil sull’uniforme (tutti gli equipaggiamenti erano di derivazione Usa) ma di fronte alle tante insegne variopinte che gli alleati portavano sulle divise pensarono a un simbolo che identificasse il corpo di spedizione. Si pensò a uno scudetto con la dicitura Brasil e all’interno un cobra stilizzato che fuma una pipa. Un serpente agguerrito, che riprendeva con ironia il discorso del presidente Vargas. Anche Walt Disney raccogliendo un appello di un giornale brasiliano “O Globo” realizzò un disegno per la FEB, in stile fumetto, raffigurante un serpente con elmetto che impugna due pistole e con in bocca l’ormai immancabile sigaretta. Gli scudetti erano realizzati in sartorie a Firenze prima e a Bologna dopo lo sfondamento del fronte. Una versione anche in metallo smaltato da cucire sull’uniforme. Ma spesso erano il frutto di ricamatrici ‘estemporanee’ trovate dai soldati nelle zone di combattimento. Ce n’erano moltissime versioni, come si può vedere dai pezzi della collezione di Giovanni Sulla, messi a disposizione di Armymag per le foto.

La Babele sulla Gotica

I militari brasiliani erano solo una delle venti divisioni alleate di varie nazionalità che rendevano il fronte della campagna d’Italia una vera e propria Babele. Con gli statunitensi, che schieravano anche nippo-americani, c’erano anche italiani antifascisti, polacchi, cechi e greci, poi gli inglesi con le truppe del Commonwealth (canadesi, neozelandesi, australiani, sudafricani, indiani, kenioti, ebrei e arabi) e i francesi che avevano anche reparti composti da soldati marocchini, algerini e senegalesi. La Feb fu inserita nel IV Corpo d’armata Usa, sotto il comando del generale Willis D. Crittemberger, che era assegnato alla V armata americana comandata dal generale Clark.

Il battesimo del fuoco per la Feb

I brasiliani entrarono in combattimento nel settembre del 1944 nella valle del fiume Serchio, a nord di Lucca. Entrarono vittoriosi a Massarosa, Camaiore e Monte Prana. Cominciarono a rallentare la loro avanzata in vista dell’Appennino, con l’inverno in arrivo. Non avevano mai visto la neve i soldati della Feb. E l’inverno ’44 portò sulle montagne tra Toscana ed Emilia temperature da ‘campagna di Russia’. Molta neve, venti sotto zero, umidità e pressione dei tedeschi che tuttavia dopo aver saggiato la linea brasiliana puntarono più a ovest per tentare l’ultimo attacco sfondando nel settore dove erano schierati i soldati di colore della 92^ divisione Usa ‘Buffalo’.

La controffensiva sull’Appennino

Gli alleati presero più vigore tra febbraio e marzo 1945, quando partì l’operazione ‘Encore’ per superare l’Appennino ed entrare finalmente nella pianura padana. Con la Feb, entrò in azione anche la X divisione di montagna statunitense (10th Mountain Division). I brasiliani conquistarono alcune posizioni, tra cui Monte Castello e Castelnuovo, mentre gli americani presero Monte Belvedere e Monte della Torraccia. Era la stretta finale. Ad aprile la Feb entrò a Montese; più a est l’VIII armata britannica ebbe campo per arrivare a Bologna e spezzare l’assedio anche in quel punto di Linea Gotica. Il 23 aprile 1945 i brasiliani liberarono Sassuolo.

Ultime battaglie per i soldati brasiliani

A Fornovo di Taro, i brasiliani circondarono il nemico e riuscirono ad avere la consegna di due divisioni nemiche, la 148ª divisione di fanteria tedesca, comandata dal generale Otto Fretter-Pico, e gli effettivi rimasti della divisione bersaglieri, comandata dal generale Mario Carloni. Alla fine della sua marcia, la FEB arrivò anche a Torino e il 2 maggio 1945 alla città di Susa, per poi unirsi alle truppe francesi sul confine franco-italiano.

Il 6 giugno dello stesso anno, il Ministero della Guerra del Brasile ordinò lo scioglimento del contingente e il rientro in patria. In questa campagna il Brasile perdette in combattimento circa quattrocentocinquanta soldati e tredici ufficiali, oltre a otto ufficiali-piloti della Forza Aerea Brasiliana (FAB). Vi furono inoltre circa duemila morti dovuti a lesioni da combattimenti e più di dodicimila dispensati per ferite, mutilazioni o altre cause. Alla fine della guerra, la FEB aveva catturato più di ventimila soldati nemici, 14.779 solo a Fornovo di Taro, ottanta cannoni, millecinquecento autovetture e quattromila cavalli.

I brasiliani caduti nella campagna d’Italia furono sepolti a Pistoia, in località San Rocco. Nel 1960 vennero trasferiti in Brasile nel monumento che fu eretto nell’Aterro do Flamengo, zona sud di Rio de Janeiro, in onore e ricordo del loro sacrificio. Cinque anni dopo, a Pistoia, nello stesso luogo ove si trovava il cimitero, si iniziò la costruzione (durata fino al 1967) del Monumento votivo militare brasiliano. Durante i lavori venne ritrovato un ultimo corpo che non fu possibile identificare: si decise così di lasciarlo nel sacrario stesso come milite ignoto. Altri monumenti commemorativi sono a Gaggio Montano, Montese (dove c’è anche un museo dedicato al passaggio della guerra), Vergato e a Porretta Terme, Santa Croce sull’Arno e Staffoli, Collecchio, località Pontescodogna, nel luogo in cui si arresero i fanti tedeschi e i bersaglieri italiani sconfitti nella Sacca di Fornovo.

(fonte: Giovanni Sulla Ezio Trota, Gli eroi venuti dal Brasile, Il Fiorino, marzo 2005 – Per info: Giovanni Sulla 338 9292329)

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