Madri, mogli, figli, figlie. Una generazione di vedove, orfani. Una generazione squassata dal sangue, dai combattimenti nella neve del primo conflitto mondiale. Una guerra a metà tra il moderno e l’ancestrale, combattuta con armi innovative: aere, carri armati, navi e cannoni dai grossi calibri, ma anche corpo a corpo con mazze e fionde come nel medioevo o nell’età della pietra.
Ricorrono cento anni da quel conflitto che un ‘giovane’ regno d’Italia decise di combattere alleandosi con Francia e Inghilterra, abbandonando la triplice con Germania e Austria. E Rovereto, uno dei centri del Trentino dove quella guerra è passata e ha lasciato segni indelebili, tra sacrari e fortificazioni in quota, da sempre ricorda quegli uomini, quei mariti e padri, arrivati per combattere fino in alta montagna.
Il museo della grande guerra
Il museo della guerra di Rovereto è un’occasione speciale per gli appassionati di storia, che potranno rivivere anche attraverso mostre ed esposizioni le inquietudini d’inizio XX secolo. Si trova nel quattrocentesco castello di Rovereto, realizzato nel XIV secolo come postazione a presidio della valle dell’Adige. Durante la grande guerra fu caserma due compagnie di Kaiserjager.
Le collezioni del Museo hanno cominciato a formarsi alla fine della Prima guerra mondiale, attraverso la raccolta di materiale bellico donato da reduci, famigliari di caduti e privati cittadini. Negli anni successivi sono pervenute nuove donazioni da istituzioni nazionali e governi stranieri. Ancora oggi sono numerose le donazioni da parte di privati cittadini che desiderano che gli oggetti e i documenti in loro possesso siano conservati.
I reperti esposti a Rovereto
I materiali esposti e quelli conservati comprendono armi, uniformi e dotazioni dei soldati, mezzi militari, materiale tecnico, oggetti militari di uso quotidiano, manufatti artistici, onorificenze, manifesti e cartoline, diari e lettere. Ci sono oltre 5700 armi di tutti i tipi. Armi bianche ma anche da fuoco da XV secolo in avanti: fucili e accessori, mostra, pistole, revolver, mitragliatrici pesanti. Uniformi degli eserciti sia della I che della II guerra mondiale,
La collezione comprende anche uniformi del periodo coloniale, divise mimetiche del Novecento donate dalla famiglia Cirla e una ricca selezione di uniformi dell’esercito svizzero. Inclusi nelle raccolte anche altri elementi della dotazione personale, quali copricapo, elmetti, buffetteria e maschere antigas. Particolarmente significativa la collezione Turinetti di Priero donata al Museo nel 2013.
Mezzi e materiale della logistica all’interno del museo
A Rovereto gli appassionati potranno trovare camion, autoveicoli, veicoli corazzati, moto, aerei. Tra i pezzi esposti la carrozza proveniente da Schönbrunn, l’aeroplano italiano Nieuport 10, una cucina da campo e una fotoelettrica austro-ungariche. Nella sezione “Artiglierie 1914-1918” il museo espone un’ampia selezione di materiale di munizionamento (granate, spolette e bossoli). Consistenti le raccolte di bombe a mano, da fucile e di bombe d’aereo della Seconda guerra mondiale. Unica la raccolta di mine antiuomo e anticarro, dal primo conflitto mondiale ai giorni nostri. Il Museo conserva circa 5000 pezzi, prevalentemente risalenti al XX secolo.
Ricco il fondo di medaglie ufficiali e decorazioni al valore, che si compone di più di 1000 pezzi soprattutto della Prima guerra mondiale, sia di parte italiana sia austro-ungarica, del periodo coloniale, della Seconda guerra mondiale. Notevoli le collezioni di decorazioni rumene e americane.
A Rovereto anche arte dell’epoca
Non ci sono solo i manufatti di guerra. Al museo di Rovereto è possibile ammirare anche una propria collezione di opere pittoriche, busti, sculture, ceramiche e manufatti realizzati in trincea. Tra i 600 dipinti questi i nuclei più importanti: le opere di Pietro Morando (raccolta Giovanni Balbis), Anselmo Bucci, Federico von Rieger, Armani, Chini, Coelli, opere dello studio di Nedomansky. Da segnalare anche i gessi di Stefano Zuech relativi alla Campana dei Caduti. Della collezione fanno parte anche opere create da artisti trentini in occasione della mostra “No war” del 1993.
Nel fondo ceramiche, notevole la collezione donata da Romain ed Anna Rainero esposta nel museo e la raccolta di figurini di Sciacca donati dal Generale Natale Dodoli. Di particolare interesse i manufatti prodotti dai soldati in trincea nei momenti di pausa e attesa: tagliacarte, vasi, anelli, braccialetti. Nelle sale anche più di 50 tra targhe e lapidi. Significative le targhe che delimitavano il confine tra Impero austro-ungarico e Regno d’Italia e le targhe con la doppia lingua sostituite dopo l’annessione del Trentino al Regno d’Italia. A Rovereto c’è anche il Mart, il museo di arte contemporanea, che ospita per tutto il centenario della I guerra, mostre ed eventi dedicati al tema.