Kia ora Jack

7 years fa scritto da
neozelandesi, anzac, kiwi,
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L’ultima volta l’avevo visto nel 2009. “Non so se riuscirò a tornare – mi aveva detto – con l’anagrafe non si scherza”. Se ne è andato nei primi giorni di luglio Jack Cummins; aveva 95 anni e nel 1944 era tra il Chianti e Scandicci con l’uniforme dell’esercito Neozelandese. Un soldato Kiwi, del contingente arrivato per combattere i tedeschi e i fascisti e liberare l’Italia dal giogo dell’occupazione. Avevano navigato un mese da Auckland; si erano addestrati ad Alessandria d’Egitto. E poi via ancora su un altro convoglio navale per arrivare al loro battesimo del fuoco sul fiume Sangro. Dal Sangro a Cassino, e poi su sempre più a nord, fino alla Toscana

Jack cummins

Jack, col cappello a destra nel 2009

Jack ha combattuto tutte queste battaglie, ha visto molti amici cadere. In Toscana i soldati neozelandesi, anglofoni e maori, sono stati protagonisti della liberazione del Chianti, ma anche e soprattutto della battaglia di San Michele a Torri, conosciuta in Nuova Zelanda come la piccola Cassino. Uno scontro che sulle carte della storia è forse minimale, ma che per questi soldati è stato epocale, tanto che in patria lo ricordano ancora con un giorno della memoria. Dopo San Michele kiwis e maori scesero verso Firenze. Vi entrarono per primi, ma nei libri di storia ci finirono i sudafricani.

La prima volta ho incontrato Jack a Christchurch. Abitava lì insieme ad altri reduci: Earle Crutchley, Lachlan Griffon, Tom Sherlock, Frank Harvey. Jack era il presidente della Italy Star, l’associazione che raccoglie i reduci della campagna d’Italia. Mi aveva raccontato sprazzi della sua esperienza di guerra, m soprattutto il fatto di aver preso un aereo qualche anno prima (nel 1992) per tornare a San Casciano, La Romola e San Michele a Torri. Non era cambiato molto dai mesi della guerra, molti degli edifici erano uguali; solo le facciate erano state rimesse a posto e non avevano più i segni dei colpi ricevuto dalle armi automatiche. Ho incontrato anche una bambina che allora avevamo preso a benvolere, ed è stato commovente”. Jack è tornato ancora nel 2009. La sua intervista, insieme a quelle degli altri reduci che avevo incontrato erano finite su un libro ‘I giorni della liberazione’ e i comuni della zona celebravano quei soldati per dare loro il giusto tributo.

jack cummins

Cummins a destra nel 1944

Non lo dimenticherò Jack, non dimenticherò Earle e sua moglie Norma, che in quell’occasione mi inviarono una lettera per farmi gli auguri per la nascita di mio figlio. E Tom, che aveva voluto festeggiare gli 80 anni lanciandosi con un paracadute. O Frank che ancora rimpiangeva di non avere avuto il riconoscimento dell’ingresso a Firenze: “I sudafricani erano giù di morale – diceva convinto – per questo la propaganda gli attribuì il primato nell’ingresso a Firenze. Ma noi eravamo arrivati per primi”.

Ora Jack non c’è più, ma la memoria di questi uomini non sarà perduta. Kia Ora Jack, ti porteremo sempre nel cuore.

LA BATTAGLIA

Nella battaglia di San Michele a Torri, definita la “piccola Cassino” per la violenza degli scontri, combatterono due delle più forti divisioni dell’esercito alleato e della wehrmacht, la seconda divisione neozelandese e la 29esima divisione Panzer Grenadier. Per decenni in Italia quella battaglia sulle colline sotto al Pian dei Cerri è stata archiviata come uno tra i tanti combattimenti tra alleati e tedeschi, nel panorama complessivo della campagna dell’estate 1944 in Toscana; in Nuova Zelanda il sacrificio di tanti soldati comandati dal generale Freytag viene invece ricordato durante il San Michele day. I soldati neozelandesi combatterono per quindici giorni le truppe tedesche che erano impegnate, a nord del fiume Pesa, nella strategia della “difesa aggressiva” voluta dal comandante Kesselring, per rallentare l’avanzata alleata e consentire la costruzione della linea Gotica sugli Appennini; la battaglia fu combattuta in terra, anche all’arma bianca, e dal cielo, ed infine vinta dalle truppe neozelandesi. A quel punto le truppe alleate ebbero strada libera verso Scandicci, che fu liberata il 4 agosto del 1944, e verso Firenze, dove i nazifascisti furono sconfitti definitivamente l’11 agosto. Al Cimitero militare del Commonwealth al Girone sono sepolti circa 350 soldati neozelandesi che combatterono nella Val di Pesa.

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Seconda guerra
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