Vendute all’asta le porcellane salvate dai Monuments men

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I pezzi della collezione di porcellane Meissen della famiglia Morosini (Sotheby's)
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Sono state vendute all’asta da Sotheby’s le porcellane salvate dai Monuments Men. Banditi al miglior offerente 117 pezzi pregiatissimi di Meissen che hanno fruttato quasi 12 milioni di euro. Gli oggetti  ha raccolto oltre 10 milioni di sterline. Gli oggetti venduti all’asta appartenevano all’avvocato e industriale Dr. Franz Oppenheimer e a sua moglie Margarethe. L’intera collezione venne trafugata dai nazisti con l’intenzione di metterla in mostra nel Führer museum che Hitler aveva progettato di costruire a Linz la sua città natale.

Il recupero dei Monuments men

Le opere d'arte italiane restituite dall'Us Army (ph National Archives)

I soldati Usa davanti a un quadro di Manet nascosto dai nazisti nella miniera Merkersin Germania (National Archives)

Le porcellane furono recuperate dai Monuments men, parte nel monastero cistercense di Vyšši Brod (in tedesco Hohenfurth)  che si trova in Boemia (attuale Repubblica Ceca) ma a 40 chilometri da Linz, e parte nella miniera di sale di Altausse. Dopo il recupero da parte degli alleati la collezione venne portata prima a Monaco di Baviera dove c’era il centro di raccolta delle opere trafugate dai nazisti. Successivamente, tra il ’45 e il ’49 furono portate in Olanda. Il governo olandese collocò i pezzi in tre musei, tra cui il Rijksmuseum tra il 1952 e il 1960; sono rimasti in esposizione fino al 2021, anno in cui sono stati restituiti agli eredi Oppenheimer. Che hanno deciso di mettere i pezzi all’asta da Sotheby’s.

Le porcellane di Meissen

I pezzi della collezione di porcellane Meissen (Sotheby's)

I pezzi della collezione di porcellane Meissen (Sotheby’s)

Le porcellane di Meissen affondano nella storia il loro valore. La fabbrica fu fondata nel 1710 e fu la prima in Europa a produrre prodotti in porcellana a pasta dura uguali a quelli visti in Cina, che produceva manufatti analoghi da 2000 anni. Secondo le previsioni gli oggetti avrebbero dovuto fruttare circa tre milioni di euro, ma il valore finale è stato di quasi quattro volte superiore.

L’oggetto che ha guadagnato di più è stato un orologio Meissen del 1727, che ha raggiunto 1,5 milioni di euro circa; a un valore leggermente inferiore è stato venduto un servizio da te e caffè della famiglia patrizia veneziana dei Morosini. Venne acquistato per 7.800 lire nel 1894; gli Oppenheimer lo comprarono nel 1936. All’asta ha fruttato 1,2 milioni di euro. Più della metà della collezione è stata acquistata dal Rijksmuseum. L’Associazione Rembrandt ha confermato di aver dato un contributo al museo per consentirgli di riacquistare gli oggetti.

I pezzi della  collezione di porcellane  furono acquisiti da Oppenheimer e sua moglie negli anni ’20 e ’30. Hanno acquistato gli oggetti in un momento in cui stavano per essere ritirati dalla Collezione Reale di Dresda. Nel 1936, quando i nazisti iniziarono a imporre restrizioni agli ebrei in Germania, gli Oppenheimer fuggirono dalla loro casa a Berlino e si trasferirono a Vienna. Emigrarono negli Stati Uniti due anni dopo, poco prima che l’Austria fosse annessa alla Germania. Prima di trasferirsi, cedettero i loro ornamenti e figurine di Meissen, nel tentativo di tenerli fuori dalle mani dei nazisti. Una gran parte della loro collezione fu acquistata da un uomo di nome Fritz Mannheimer, morto nel 1939, e in seguito fu liquidata dalla sua banca. I 117 pezzi di Meissen del XVII e XVIII secolo furono infine trovati nei Paesi Bassi nel 1941 da un membro delle SS e consegnati a Hitler.

Le opere d'arte italiane restituite dall'Us Army (ph National Archives)

I generali americani Eisenhower, Bradley e Patton ispezionano le opera d’arte rubate dai nazisti e occultate in una miniera di sale in Germania (National Archives)

 

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Seconda guerra
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