Nambu Type 14, le armi della seconda guerra mondiale

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Nambu Type 14. Un’arma ‘feticcio’ per gli americani che combattevano la durissima campagna del Pacifico. Come la Luger, la pistola giapponese era una ambitissima preda di guerra. Una linea essenziale, minimalista, quella della Nambu, che ha segnato la dotazione d’ordinanza delle truppe imperiali del sol levante.

Le pistole Nambu (南部拳銃o 南部大型自動拳銃Nanbu kenjuu o Nanbu ōgata jidou-kenjuu) furono una serie di pistole semiautomatiche prodotte dalla società giapponese Koishikawa Arsenal. La serie aveva cinque varianti, le Type A Model 1902 e Model 1902 Modified, la Type B, la Type 14 come quella della gallery (南部十四年式自動銃) e il Tipo 94.

Le pistole furono progettate da Kijiro Nambu e furono impiegate durante la guerra russo-giapponese, la seconda guerra sino-giapponese e la seconda guerra mondiale. Pochi sono gli esemplari del tipo A. Le tipo A modificate e le tipo B non furono mai formalmente adottati da alcun ramo delle forze armate del Giappone imperiale, ma furono vendute agli ufficiali attraverso le armerie imperiali. La Type 14 venne adottata come arma da fianco d’ordinanza. Negli ultimi anni della seconda guerra mondiale, e in particolare nell’ultimo anno della guerra, al fine di accelerare la produzione, il tipo 14 cominciò a essere fabbricato più frettolosamente con un conseguente calo della qualità. Esteticamente assomigliava alla tedesca Luger P08 ma i meccanismi interni erano molto diversi, con un sistema di bloccaggio, simile alla Mauser, a caduta sotto l’otturatore. Il munizionamento 8 × 22 mm Nambu era specifico per quest’arma.

La Nambu della gallery

L’esemplare in fotografia, nella disponibilità di Vincenzo di Domenico di Biancavilla di Traxarm risulta costruito a metà del 1944. La datazione è possibile attraverso i numero 19.6 che indicano l’anno e il mese di produzione. L’anno è il 19° dell’era Showa, desumibile dall’ideogramma a sinistra del 19. Il periodo Shōwa (昭和時代Shōwa jidai, letteralmente “periodo di pace illuminata”), è quello corrispondente al regno dell’Imperatore Hirohito; è compreso tra il 25 dicembre 1926 e il 7 gennaio 1989. È stato il regno più lungo tra tutti quelli degli imperatori giapponesi.

Altro ideogramma identificativo si trova alla alla sinistra del numero di matricola, dove è il simbolo detto Shachihoko che rappresenta dal 1923 al 1945 l’Arsenale dell’Esercito di Nagoya, e che ancor oggi è il simbolo della stessa città. Vi si raffigurano, in forma stilizzata, due creature mitologiche, presenti su sculture che ornano il tetto del castello della città, col corpo di pesce e la testa di serpente, poste una davanti all’altra, a bocca spalancata, testa contro testa e coda contro coda.Creature associate all’acqua, la loro presenza ha anche lo scopo di propiziare la protezione del castello contro gli incendi. Immediatamente a sinistra dal numero 9 vi è l’ultimo ideogramma che è parte integrante del numero di matricola stesso.

Sul lato sinistro del castello è punzonato il modello dell’arma “Pistola Tipo 14” (kenju shiki 14). Va letto da destra verso sinistra come la regola nipponica impone. Accanto alla denominazione, c’è la leva della sicura, si fa fuoco con la levetta sulla sinistra, a destra c’è l’ideogramma che significa ‘sicura’. In questa posizione l’otturatore non arretra. La levetta si ruota di 180° di norma, ma occorre fare attenzione perché è mobile sui 360 e spesso le armi hanno le guancette segnate proprio per l’uso improprio.

Le origini della Nambu

L’origine di queste pistole risale a un progetto del tenente generale Kijiro Nambu. Con tutta probabilità, nel realizzare queste armi, la fonte d’ispirazione potrebbe essere stata la Mauser C96. La Tipo A della Nambu, fu ultimata nel 1902. L’Esercito Imperiale Giapponese volle testarla, ma non la adottò mai formalmente. La maggior parte delle pistole Type A Modified e Type B furono prodotte dall’arsenale di Tokyo; un numero minore dalla Tokyo Gas and Electric Company. La Type 14 fu realizzata dall’arsenale di Nagoya negli stabilimenti Atsuta o Toriimatsu di Nagoya.

Il caricatore esce dall’impugnatura della pistola premendo il pulsante di rilascio sul lato sinistro del telaio. La Type 14 e la A hanno il caricatore da 8 colpi, sette proiettili entrano invece in quello della tipo B. La canna è forgiata integralmente con il ricevitore. Il blocco della culatta è stato ottenuto con un sistema simile a quello dell’italiana Glisenti del 1910. La pistola Nambu utilizza una cartuccia a bassa pressione da 8 mm, che è considerevolmente meno potente delle cartucce di pistola contemporanee come l’ACP americano 455, il Tokarev sovietico 7,62 × 25mm, l’inglese 455 Webley e il parabellum tedesco 9 × 19mm.

La Nambu  Type 14

La “Type 14 Nambu” fu progettata nel 1925 con l’obiettivo di semplificare la produzione per ridurre i costi [8]. Venne adottata ufficialmente nel 1927 come arma d’ordinanza per i sottufficiali, ed era disponibile per l’acquisto sempre dagli ufficiali. La 14 era una versione migliorata dalla Type A. Ne sono stati prodotti probabilmente 400.000 pezzi.

I modelli sono caratterizzati da una guardia innescata allungata e allungata (introdotta dopo che i soldati giapponesi hanno segnalato difficoltà nell’accedere al grilletto mentre indossavano guanti in Manciuria). Verso la fine della guerra il tradizionale pomello di armamento a tre scanalature, venne sostituito da uno ‘pieno’ in acciaio zigrinato. La Type 14 poteva essere equipaggiato con un tromboncino speciale per lanciare la granata a gas lacrimogeni Tipo 90.

Le Type 14 realizzate negli anni precedenti la seconda guerra mondiale sono ben fatte, con un calo di qualità durante il conflitto. I segni di lavorazione, la mancanza di levigatura sono segni comuni in quanto le carenze in tempo di guerra hanno influito sulla qualità. Ma il funzionamento dell’arma non fu mai in discussione. Decadde anche la qualità della fondina per il Tipo 14 passando da un modello in cuoio a uno di tela gommata. Le qualità della Type 14 impressionarono anche William B. Ruger che aveva acquisito una pistola di questo tipo comprandola da un marine degli Stati Uniti che se ne era impossessato come preda di guerra. Ruger duplicò due pistole nel suo garage; alla fine il dietro della Nambu, il dispositivo di armamento e la sagoma furono incorporati nella serie semi-automatica Ruger .22.

Le Type A, A modificato e Type B

La Type A era la Nambu originale, progettato dal Generale Kijiro Nambu nel 1902. Tra i collezionisti, queste pistole originali sono comunemente indicati come Grandpa (Nonno) Nambu. Furono prodotte fino al numero seriale 2400; la fabbricazione cessò nel 1923.

La Nambu papa per i collezionisti (padre) è invece la A modificata. E’ stata prodotto presso l’Arsenale di Tokyo fino ai numeri seriali 7000. Papà Nambu aveva dei caricatori con fondo in alluminio e fu adottata dalla Marina giapponese nel 1909

La Nambu di tipo B era una versione ridotta in scala di tre quarti del tipo A modificato. Venne prodotto perché il Type As era ritenuto troppo ingombrante. È comunemente chiamata Baby Nambu nei mercati occidentali a causa delle sue piccole dimensioni. Spara un proiettile da 7 mm rispetto al tradizionale Nambu 8 × 22mm. La produzione iniziò al Tokyo Artillery Arsenal. Il Nambu di tipo B non fu mai adottato ufficialmente da alcuna forza armata giapponese. Furono acquistati privatamente da ufficiali giapponesi, ma non hanno mai raggiunto la popolarità in quanto costavano il doppio rispetto alle armi importate dalla concorrenza. L’attività di allestimento militare di Kaikosha dell’esercito giapponese elencava il prezzo del Nambu di tipo B a 180 yen, mentre lo stipendio mensile di un tenente appena nominato era di 70 yen. La fabbrica di Koishikawa fermò la produzione di parti dopo il terremoto del 1923 con il Grande Kantō, ma l’assemblaggio con i fondi di magazzino andò avanti continuò fino al 1929.

 

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Sistemi d'arma
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